Mi presento
Sono un papà, uno sportivo e un imprenditore.
Sono nato il 19 luglio 1964 e vivo da sempre a Padova. Sono sposato con Alessia e papà di Giovanni, 23 anni, e Anna di 4.
Ho frequentato il liceo scientifico e mi sono laureato in Economia aziendale all’Università Cà Foscari di Venezia.
Mi sono trovato a dover crescere molto in fretta, perché a 17 anni appena compiuti ho perso mio padre in un incidente d’auto nel quale mi sono salvato per miracolo.
Mio padre faceva l’imprenditore: aveva fondato Blowtherm nel 1956 e la sua improvvisa scomparsa poteva mettere a repentaglio anche la sopravvivenza dell’azienda stessa. Invece, con il supporto di collaboratori capaci e affezionati alla nostra famiglia, non abbiamo voluto

Le mie aziende
Blowtherm negli anni è cresciuta molto, arrivando ad essere leader mondiale nel mercato dei forni di verniciatura per autoveicoli. Oggi esporta in oltre 80 Paesi nel mondo. Da innovatori nel nostro settore abbiamo conquistato, per primi in Italia, il mercato nord americano. Nel corso degli anni abbiamo ampliato il gruppo aziendale che dirigo allargandolo ad altri settori industriali e alla sanità ospedaliera. Oggi le mie aziende contano oltre 450 collaboratori diretti con l’orgoglio, in oltre 30 anni di attività, di non avere mai chiuso un bilancio in perdita, di avere una posizione finanziaria sana e di non aver mai dovuto ricorrere a riduzioni di personale. Nemmeno nei periodi più recessivi dell’economia.

Al servizio della città
e delle imprese
Nel 2007 sono stato eletto Presidente di Confindustria Padova da oltre 1800 imprenditori. Per quattro anni ho avuto la responsabilità di rappresentare le imprese del territorio e le loro istanze con le istituzioni.
Mi sono occupato anche di innovazione come Presidente del Parco Scientifico Tecnologico Galileo che, con la sua Scuola di Design, è anche un punto di riferimento per la formazione dei giovani.In seguito sono stato chiamato a presiedere la Fondazione Nord Est,
La passione per lo sport
Fin da bambino lo Sport è stato per me una costante: ne ho praticato più di uno a livello agonistico. Dal basket al tennis, alle arti marziali. Ma è stata la Vela a darmi le maggiori soddisfazioni. Con “Per Elisa”, la piccola barca dedicata a mia sorella, dopo anni di tentativi, siamo riusciti a vincere il Campionato del Mondo di Vela nel 1995. Ascoltare l’Inno di Mameli guardando la barca che portava il nome di Elisa è stato come vincere per lei, rendere il suo ricordo ancora più indelebile. Oltre all’orgoglio di essere stati i primi nella storia a portare un titolo mondiale di Vela a Padova.
Per me lo sport è una grande palestra di vita per i giovani: è sinonimo di impegno, sacrificio e determinazione per raggiungere degli obiettivi. Ma è anche condivisione e inclusione, rispetto per le regole e per gli altri.


Valori che da sempre mi hanno guidato con la consapevolezza che, come dice anche Papa Francesco, “uno sportivo non può essere soltanto colui che eccelle nella propria disciplina: egli deve essere anche protagonista di vita”. E così da atleta sono diventato dirigente, organizzando manifestazioni sportive e sociali per poter trasmettere questi valori alle future generazioni.
L’impegno sociale
Qualche anno dopo il conferimento da parte del CONI della Medaglia d’Oro al Valore Atletico, mi è stato chiesto nel 2002 di prendere le redini di Assindustria Sport Padova, una delle più importanti società di atletica leggera italiane. Sono stati anni bellissimi e stimolanti, dove abbiamo fatto crescere la neonata Maratona di Sant’Antonio fino ad arrivare ai vertici nazionali e farla diventare anche contenitore di eventi sociali: raccolte fondi di solidarietà, promozione dello sport paralimpico come veicolo di inclusione, concerti musicali e tanto altro.


Proprio in quegli anni, tra il 2011 e il 2013, con un gruppo di amici abbiamo organizzato Run for Children, una grande manifestazione sportiva di raccolta fondi per la ricerca oncologica pediatrica. Una staffetta in Prato della Valle in cui ogni persona, correndo 100 metri, poteva contribuire alla costruzione del nuovo Istituto di Ricerca Pediatrica voluto dalla Fondazione Città della Speranza, di cui sono stato vicepresidente dal 2012 al 2015. Nell’arco di 24 ore, coinvolgendo l’intera città, siamo riusciti a far correre più di 4500 persone, portando così Padova nel Guinness World Records e accendendo un grande faro sulla ricerca.
Le maratone
Ho portato a termine cinque maratone, iniziando da quella di New York, nel 2001, due mesi dopo l’attentato alle torri gemelle.
Ricordo ancora il pubblico che nella polvere che infestava la città, accoglieva come eroi gli stranieri che, nonostante la paura, non rinunciavano a correre in memoria delle vittime dell’11 settembre. Cosa mi spingeva a correre le maratone? I primi 30/35 km sono allenamento e programmazione.
Gli ultimi 7 sono solo forza mentale.
Mentre corri gli ultimi chilometri il corpo ti supplica di fermarti perché hai esaurito l’energia, ma la mente ti spinge a resistere e superare i tuoi limiti. Quello del maratoneta lo definirei un po’ come una parte del mio modo di essere. Amo le sfide e raggiungere obiettivi difficili, probabilmente perché dalle difficoltà che hanno segnato la mia vita, ho imparato a reagire e rialzarmi sempre.

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